Siano maledetti i giorni in cui, da piccoli, ci dicevano:
"Dai, ora fate le squadre."
Allora due si candidavano come capi e iniziavano a scegliere.
"Lui, lui, lei, lui, lei..."
Io restavo sempre da ultima, mi chiamavano sempre con un'aria che
sembrava voler dire "sarebbe meglio senza di te".
Non solo mi lasciavano lì, non solo mi facevano sentire di troppo e
inutile, ma una volta arrivata in mezzo a loro mi guardavano anche
male, con aria minacciosa, come se rovinargli il gioco fosse un
sacrilegio.
Cosa avrei dovuto dire io, invece, visto che non era una partita
ad andarci di mezzo ma il mio cuore?
Inizia così la mia riflessione serale, con delle parole riprese da uno dei vostri blog. Le ho lette casualmente uno dei giorni scorsi quando in una delle cartelle archiviate in libreria ho scoperto del materiale delle medie e delle superiori, dei lavori svolti nelle ore di arte precisamente: contenuti tetri e oscuri, pieni di rabbia, che trasmettono odio. Odio per quei periodi bui in cui tutto andava storto, tutti erano contro di te e ogni momento era buono per farti sentire una feccia umana. Di qui il terrore durante le ore di educazione fisica nelle quali si giocava sempre, e ogni volta sempre la stessa storia. Perchè a quanto pare una stupida partita di classe diventa una questione di orgoglio, di fama, di affermazione si sé.... oppure di sfogo su chi non prende la cosa altrettanto seriamente, facendola passare per quello che è, per un semplice gioco dell'ora di educazione fisica?
Ma questa volta non ho voluto buttar via nulla: quello che ho fatto è stato semplicemente riporre i lavori nella cartella, chiuderla e riarchiviarla nella libreria. Perchè certe cose non si possono dimenticare, non si può passare oltre e far finta che nulla sia successo.... Certe esperienze, seppur negative, formano la persona nel bene o nel male, ed è proprio da queste emozioni che avvolte si trae la forza per reagire e andare avanti, come non ero stata capace di fare in passato.
Reagire e andare avanti, due parole che mi ripeto molte volte ma altrettante volte mi perdo per strada e ritorno al punto di partenza. E come ogni volta al punto di partenza faccio una serie di propositi. Forse rirpendo anche questa cosa dai vostri blog, ma evidentemente il fatto che si sta avvicinando un nuovo inizio in ambito scolastico è molto significativo e ci porta a rinnovare i nostri buoni propositi. Ecco i mei:
- ritrovare la voglia di impegnarmi a studiare: inizia il terzo anno e al termine avrò il diploma
- ritrovare un po' di pace con me stessa e con ciò che mi circonda
- dedicare più tempo a me stessa
- cambiare taglio e colore: giovedì sarà missione compiuta
- portare fuori i cani per almeno mezz'ora, almeno a giorni alterni
- rinnovare il guardaroba
- imparare a fare buon viso a cattivo gioco, senza sembrare falsa
- diventare più aperta e spigliata, mettere da parte la timidezza
- mettere più in pratica la mia ostinazione e la mia determinazione
- concentrarmi sul mio obiettivo di perdita di peso
- entrare finalmente nella taglia 40
- piacermi e star bene con me stessa
I più sono dei cambiamenti interiori. Già, credo che sia l'unico modo per rendere duraturi i risultati raggiunti e cambiare veramente. Venitemi poi a dire che sono una persona negativa!